Il Sindaco, D. Francesco Finizia, fa istrumento presso il notaio Nicola Maria Martino, alla presenza di due testimoni (Torquato Martino e Giacomo Maglieri), per dichiarare la elezione del nuovo Arciprete. Si riporta integralmente:
“…Questo Comune fin dal 1831 ha goduto del privilegio di nominare per suffraggio del Clero, del Decurionato e del popolo l’Arciprete dell’insigne Chiesa Collegiata di S. Cristina; ma con real Rescritto del 25 Luglio 1835 ritenendosi il dritto di patronato spettante al popolo ed al clero sull’Arcipretura in parola, fu ristretto un tal privilegio, affidandosene l’esercizio soltanto al Corpo Municipale come rappresentante del popolo ed al Capitolo della Chiesa medesima come rappresentante del Clero, sempre in eguaglianza di numero. Che essendo vacata fin dal diciassette Febbraio ultimo l’Arcipretura nella prelodata Chiesa di S. Cristina per la promozione dell’Arciprete d. Valentino Vignone a Vescovo di Diano, l’Illustrissimo monsignor di Bojano con sua ufficiale dello stesso mese ordinava procedersi alla nomina del novello candidato fra quattro mesi. Che essendosi ieri (20 Marzo) riunito in Chiesa tanto il Corpo Municipale al numero di tredici che il Riverendissimo Capitolo con cinque altri sacerdoti scelti da Mons. Vescovo di Bojano per equiparare il numero de’ Decurioni in conformità del citato Real Rescritto, quivi dopo le formalità di uso e de’ Sacri Canoni si divenne con tutta regolarità alla nomina del novello Arciprete, mediante votazione segreta giusta le disposizioni dello stesso Real Rescritto. Che da tale operazione risultò che a D. Luigi Mucci ebbe voti numero undici, d. Donato Ferrante Canonico voti numero dieci, D. Domenico Primicerio Ferrante voti numero quattro e D. Pasquale Parroco Volpe voti numero uno. Che non essendosi perciò raggiunta da niuno de’ quattro candidati la maggioranza assoluta si passi ad una seconda votazione segreta separatamente e nominativamente sul conto degli stessi candidati, incominciandosi dal Signor Mucci come quello che aveva raccolti maggior numero di voti e così progressivamente, e da tale operazione si ebbe che D. Luigi Mucci raccoglie voti numero quattordici, D. Donato Ferrante voti numero dieci, D. Domenico Primicerio Ferrante voti numero undici e D. Pasquale Volpe voti numero dieci. Laonde avendo il primo cioè D. Luigi Mucci ottenuta la maggioranza assoluta de’ voti rispetto agli altri candidati sopra i ventisei votanti, venne proclamato a suon di campane Arciprete della sullodata Chiesa Insigne Collegiata di S. Cristina, intonandosi pure l’Inno Ambrosiano. Or siccome per le disposizioni de’ Sacri Canoni deve farsi la presentazione del candidato con atto autentico all’ordinario della Diocesi così il sudetto costituito D. Francesco Finizia nella succennata qualità di Sindaco di questo Comune, ha depositato presso di me Notaio in atto originale il verbale di nomina firmato da tutti i componenti la Commissione, riserbandosi di rimettere l’altro originale anche firmato all’Illustrissimo Monsignor di Bojano e nel contempo ha significato che con questo pubblico istrumento intende di presentare il candidato eletto D. Luigi Parroco Mucci al prelodato Monsignor Vescovo, onde abbia luogo, dopo ciò la debita istituzione canonica del medesima Signor Mucci all’Arcipretura in parola…”. (ASC, Atti notarili, N. M. Martino, Sepino, 1851).
Il vescovo di Bojano in visita a Sepino, fa rilevare al Comune che “…la croce d’argento solita portarsi nelle processioni è in pessime condizioni… “e chiede di intervenire. Il Sindaco, “…trovandosi in Sepino D. Pasquale la Civita orefice, nativo di Agnone…”, decide di affidargli il lavoro. “…Sarebbe conducente profittare di tale Maestro onde evitarsi di mandare la Croce in Napoli, il che darebbe luogo ad una spesa maggiore e non sarebbe troppo sicuro tale invio…”.
“…Il soccorpo di S. Cristina ha bisogno di un finestrone a lastre per difendere così dalla rigidità del freddo ne’ mesi invernali quei devoti che vi si recano ad orare ed anche i ministri del Santuario che vi scendono per celebrare il S. Sacrificio della Messa…”. Si autorizza il lavoro a tale Picciani di Oratino.