“I restauri consistenti nella costruzione di 4 volte, in quella dell’atrio, del pavimento intero, dei capitelli delle colonne della navetta di S. Antonio, del tetto e del luogo immondo. Spesa ducati 654,57. Essa non può erogarsi in una sol fiata”… “I primi restauri da eseguirsi in questo anno saranno le 4 volte … Sarà pagata la metà nell’intraprendersi l’opra … un quarto perfezionate appena due di dette volte e l’altro quarto completate le altre. I lavori delle volte devono essere completati entro tre mesi”….”L’atrio e il tetto dovranno completarsi nel corso di anni due (1846 – 47). Il pavimento, i capitelli e il luogo immondo dovranno eseguirsi dall’aggiudicatario tra il giro di altri due anni (1948 – 49) … L’aggiudicatario dovrà dare una idonea fidejussione e deve garantire le opere per la durata di anni 10 e specialmente le volte”.
Da segnalare l’intervento del Vescovo di Bojano-Sepino su questi lavori. Egli sostiene che “la volta sul presbiterio ha bisogno di maggior sviluppo in altezza per potervisi così aprire de’ lumi”. Il Comune si dice in difficoltà per le maggiori spese. Interviene, allora l’Arciprete D. Valentino Vignone, il quale “offre egli di proprio denaro la somma di ducati 132, 26 con il diritto di rivalersene quando il Comune sarà in miglior circostanza”. La difficoltà è superata! Qualche tempo dopo Raffaele Pollice di Montagano si aggiudica l’appalto per le prime opere da realizzare.