Lettera d’indulgenza del vescovo di Boiano (Benevento, 26 maggio 1463)

Antonio, per grazia di Dio e della Sede apostolica vescovo di Boiano, con l’augurio della salvezza nel Signore a tutti i fedeli che riceveranno questa missiva. Il genere umano è ottenebrato da colpe tanto grandi, è sfinito da tante e così ostinate azio¬ni ed assalti nell’antico Nemico, che non siamo in grado di affrontare con le nostre forze gli scontri della guerra spirituale, se non veniamo corroborati dall’infusione del dono celeste, e l’uomo, in sé impotente, intervenendo l’aiuto dei santi riesce a rifulgere con il favore della grazia divina; e per questo è necessario invocare l’intervento dei santi, bisogna richiederne la protezione e la difesa, in modo che con la loro guida la nostra navicella possa essere ben diretta nel grande mare della vita, e, placati i flutti tempestosi, non essere troppo sconquassata. E per ottenere più facilmente i grandi misteri di questi beni, volendo essere servi di Dio, e volendo mettere in atto prontamente ciò che a noi deriva dall’ufficio pastorale, fidan¬do nella misericordia di Gesù Cristo e della sua gloriosa madre, e dei beati apostoli Pietro e Paolo e del beato Bartolomeo, che hanno la bontà di patrocinarci, concediamo un’indulgenza di quaranta giorni per le penitenze che siano state già inflitte a tutti coloro che pentiti e confessati avranno fatto devotamente visita o avranno ascoltato la messa nella cappella dal Santo Salvatore, sita, edificata e di recente ristrutturata nella chiesa e nelle pertinenze di Santa Cristina di Sepino, nella nostra diocesi di Boiano, nel giorno della sua festività, in quello della festività della beata Vergine Maria, di tutti gli apostoli, di san Giovanni Battista, a Natale, all’Epifania, a Pasqua, a Pentecoste e nel giorno del Corpus Domini; e preghiamo tutti i padri e reverendi arcivescovi e vescovi qui sottoscritti di conferire anche essi la mede¬sima indulgenza alla cappella del Santo Salvatore. A testimonio di tutto ciò abbiamo fatto redigere le presenti lettere, munite del nostro sigillo episcopale.

Dato a Benevento, nel palazzo arcivescovile, nel quale soggiorniamo in questo periodo, nell’anno del Signore 1463, il ventisei di maggio, anno undicesimo dell’indizione, e quinto anno del pontificato di sua santità Pio II, per volere divino papa. E noi Antonio, per grazia di Dio vescovo di Volturara e Montecorvino, concediamo simi¬le indulgenza, e con la nostra propria mano sottoscriviamo ed apponiamo il nostro sigillo episcopale. Noi Biagio, vescovo di Telese, concediamo allo stesso modo quaranta giorni di indulgen¬za e sottoscriviamo. Noi Valentino, vescovo di Guardialfiera, concediamo allo stesso modo quaranta giorni di indulgenza. Noi Giovan Battista de Iudicibus, di Sepino, vescovo di Volturara e Montecorvino, con¬cediamo allo stesso modo l’indulgenza alla cappella e sottoscriviamo.