Nicola, per grazia di Dio arcivescovo di Butrinto, cappellano regio e curiale del re, con l’augurio della salvezza nel Signore a tutti i fedeli che riceveranno questa missiva.
Riteniamo di fare cosa degna e di operare lodevolmente, se induciamo ed esortiamo, attraverso la concessione della nostra indulgenza, a correggere i propri passi coloro che deviano dalla strada di colui dal quale abbiamo ricevuto tutti i nostri beni. Considerando anche ciò che dice l’Apostolo, “Staremo tutti davanti al tribunale di Cristo”, pronti a ricevere qualunque cosa così come abbiamo fatto col corpo, sia di bene sia di male, è necessario che noi preveniamo con opere di misericordia il giorno dell’ultimo viaggio, e con lo sguardo rivolto alla vita eterna seminiamo in terra con opere di misericordia ciò che potremo riprenderci con interesse moltiplicato in cielo, mantenendo salda fiducia e speranza nel fatto che chi poco semina poco raccoglie, e che chi semina in benedizioni le ritroverà insieme alla vita eterna. Così, fiduciosi nella misericordia di Dio e della gloriosa vergine Maria sua genitrice, e dei beati apostoli Pietro e Paolo e fidando nei meriti di tutti i santi, concediamo l’indulgenza di quaranta giorni a tutti i penitenti confessi, che si saranno recati alla chiesa di Santa Cristina di Sepino nella festività della santa e nei quattro giorni che precedono e seguono detta festività, se questo rientra nella volontà del vescovo del luogo. E di tutto ciò rendiamo testimonianza mediante la presente lettera che facciamo munire del nostro sigillo.
Dato a Brindisi, il 15 di settembre, nel primo anno del pontificato di papa Clemente V.