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                 Il Giornale di Santa Cristina 2014

Il nostro passato

Insegnamento della lingua Francese

                          onostante le importanti riforme fatte     la somma di carlini dieci durante il tempo di mesi otto dal-
                          in campo scolastico durante il decen-     l’inizio delle lezioni.
                          nio francese, come l’istruzione ele-      E siccome non sarà imputabile al maestro se qualcuno degli
                          mentare resa obbligatoria nel 1806 e      scolari mancasse di andare ad udire la lezione una volta al
                          l’istituzione delle scuole primarie in    giorno, all’ora che sarà fissata secondo la stagione, gli sarà,
                          tutti i comuni del Regno di Napoli san-   comunque da tutti, dovuto il mensile puntualmente per tutto
                          cite con decreto nel 1810, l’evasione     lo spazio di mesi otto senza poter addurre alcuna eccezione,
scolastica resta comunque molto alta, dovuta soprattutto alla       o che vadino, o che non vadino a sentire le giornali lezioni. Ai
resistenza di molti contadini e pastori a mandare a scuola i        figlioli, però, che non possono arrivare ad apprendere le le-
propri figli, più utili sul luogo di lavoro che “con la penna in    zioni come quelli bravi, dovrà il maestro impartire loro altre
mano”.                                                              lezioni separatamente.
L’analfabetismo sfiora il 90 per cento della popolazione e l’in-    Vengono pertanto fissati i seguenti punti: se il maestro non
capacità degli amministratori locali non riesce a rimuovere         impiegasse bene il tempo, o si assentasse da questa Città per
l’estrema situazione di povertà del popolo. Un popolo ab-           recarsi altrove, e se gli scolari mancassero al pagamento
bruttito da secoli di pesante arretratezza e dallo spauracchio      delle mesate anticipate, ne potranno rispettivamente essere
della miseria che costringe anche i bambini al duro lavoro          astratti con l’arresto personale, al quale volontariamente le
della terra.                                                        rispettive parti si assoggettano senza potersi garantire di
Questa situazione così negativa non tocca, però, quel 10 per        alcun beneficio di legge, a meno che nei casi di lunga infer-
cento della popolazione che analfabeta non è e che, oltre a         mità o del passaggio di qualche scolaro in casa di educazione
poter frequentare la scuola dell’obbligo, può permettersi di        nel fra detto tempo di mesi otto.
prendere lezioni private dell’insegnamento della lingua fran-       Questo perché se il maestro, che è forestiero, abbandonasse
cese, a pagamento s’intende, perché “proprietari” e “bene-          gli scolari, ciò che non è da sperarsi attesa la di lui ottima
stanti”.                                                            morale, essi verrebbero a perdere le lezioni e le mesate; come
Ciò si verifica a Sepino e nell’anno 1815 del giorno trenta del     dall’opposto se egli fosse abbandonato dagli scolari e non gli
mese di novembre, viene firmato un atto notarile in cui le          venissero corrisposte le mesate suddette, verrebbero a man-
parti si impegnano, con la sottoscrizione, al rispetto delle        care al maestro il sostentamento della vita che si procura con
cose in esso sancite.                                               questi onorevoli mezzi.
“… Avanti a noi Vincenzo Tammaro, Notaro di residenza in            I signori Don Tammaro Lucente e Don Biase Giacchi sono in-
questa Città di Sepino, in presenza dei Signori Don Carlo           caricati delle mesate da ciascun scolaro per poi pagare il
Arienzale Chiarizia e Don Vincenzo Finizia, Dottori di Legge        maestro.”
domiciliati in questa suddetta Città, si sono costituiti in pre-
senza il Signor Don Carlo Ignacchera, nativo della Città di Vel-    Curiosità sull’argomento: nella lingua napoletana e nei dia-
letro nello Stato Pontificio, a noi contiguo, da una parte, il      letti delle popolazioni appartenute in passato al Regno di Na-
quale si è obbligato di insegnare perfettamente in otto mesi        poli, troviamo ancora moltissime parole simili o talvolta
o più se se ne vede il bisogno, ai Signori Dottore Don Biase        uguali alle lingue straniere, soprattutto a quella francese e a
Maria Giacchi, Don Tammaro Lucente, Don Nicola Tiberio, Sa-         quella spagnola. Ciò, dovuto all’alternanza delle dominazioni,
cerdote Don Gaetano di Tullio, Dottore Don Carlo Maria              che il Regno di Napoli ha subito nei secoli passati, da parte
Mucci, Don Leopoldo Finizia, Don Giustino Caroberto Tam-            di questi popoli stranieri.
maro, mio figlio, Don Gaetano Tiberio, Don Nicola Maria
Brini, al Rettore Don Giuseppe Arienzale, al Sacerdote Don          Questo il confronto tra alcuni termini napoletani e alcuni
Domenico Ferrante, Don Rocco Pasquale Capone e ad Anto-             francesi simili tra loro per suono e significato:
nio Finizia del Sig. Don Michele, gentiluomini proprietari di       Blé – bleu; Brioscia – brioche; Buàtta – boìte; Buttiglia – bou-
questa Città tutti a noi cogniti qui presenti ed accettanti, l’in-  teille; Cajòla – jaiole; Cavezetta – chaussette; Cuccagna – co-
segnamento della lingua Francese della quale ha dichiarato          cagne; Crucchè – croquet; Cuccarda – cocarde; Furchétta –
esso Sig. Carlo essere Professore e di fare in maniera che          forchette; Giàcchetta – jaquette; Gnornò – signeurnon; Ma-
nella fine del corso dell’istruzione di detta lingua siano essi     lòra – malheur; Marpiòne – marpion; Mustacce – moutache;
abili a capirla, leggerla, parlarla e scriverla.                    ‘Nciarmà – encharmer; ‘Nzerrà – enserrer; Sartù – surtout;
I figli di più tenera età si obbligano, per loro parte, di rispet-  Sarvietta – serviette; Sciantosa – chanteuse; Sciuè sciuè –
tare il loro maestro; gli altri Sigg. nell’età di perfetta cogni-   échoué; Sgarrà – escarer; Sparadrappo – sparadrap; Spìngula
zione ed educati, ai quali non deve essere ricordato questo         – espingle; Sparagne – épargne; Tirabusciò – tire-bouchon;
dovere, si obbligano di garantire il loro maestro da ogni di-       Tuletta – toilette.
sturbo che potesse essergli infierito, perché forestiero, da
mano che volesse attendare contro le di lui virtù e morale.                                               A cura di Osvaldo FERRANTE
Si obbligano pure tutti essi Signori Scolari di pagare ciascuno
al Signor Carlo, loro maestro, in ogni mese anticipatamente                        Fonte archivistica: Archivi di Stato Campobasso
                                                                                                               Protocolli Notarili Sepino

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