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Il Giornale di Santa Cristina 2014
La Passione
di Cristo e i versi
di Giuseppina
“Quel buon Gesù fece la cena con tutti gli il canto della “Passione” scandiva le ore della gior-
apostoli con un bacio seren. E nel mentre cenavan, nata. Il suono ovattato e armonioso della melodia
Giuda, quel traditore, preparava il tradimento. Si av- addolciva il lavoro, la parole ricordavano il vero
vicinavano i tormenti … ” senso della Resurrezione, della palingenesi, della
E’ "luttuoso" il vento che porta questo canto nei vita, del sacrificio, dell’amore. In quel suono si con-
giorni di Quaresima per alcune strade del paese. La densava tutto il messaggio cristiano, con efficacia.
probabilità che il passante oda una voce soave, “Bisogna accarezzare le parole e avere petto per
anche a distanza notevole, è alta. Nella parte supe- cantare la Passione” – sottolinea zia Giuseppina, che
riore del centro storico, da decenni, zia Giuseppina da anni nel tempo libero si diletta a scrivere poesie
canta la “Passione” di Gesù. Un testo misto in dia- e racconti. Inoltre, in quei tempi, si soleva cantare
letto e italiano, imparato a memoria, a canto fermo. in chiesa quelle lodi della Passione… circa venti ra-
Ventotto strofe che raccontano i supplizi del Figlio gazze, fra cui inevitabilmente spiccava Giuseppina.
di Dio. Il cielo è plumbeo, l’atmosfera mistica. Un rito A questa tradizione si accompagnava anche “l’Ora
che si perde nella notte dei tempi, tramandato di ge- Santa”: il Venerdì Santo le suore, che un tempo abi-
nerazione in generazione oralmente e che Giusep- tavano nel centro matesino, recitavano intensa-
pina Arcari ancora oggi continua a portare avanti, da mente il rosario per un’ora e più. Anche la consueta
sola, con semplicità e devozione. Via Crucis aveva un sapore diverso: cantata con l’or-
C’è odore di caffè e biscotti caserecci. Zia Giusep- gano e sentita in ogni cuore. “Voce Santa, prega per
pina, la quale ha trasmesso l’amore per la musica l’Italia!” – così zia Giuseppina saluta i rintocchi della
anche ai suoi figli, ci accoglie gioiosa nella sua di- campana a mezzogiorno.
mora. La sua voce è limpida, delicata ma possente, Dopo non aver risparmiato critiche ad alcuni politici
nonostante sia nata nel 1929. “Imparai questo canto con lucidità calibrata, la salutiamo, con l’augurio di
da mia madre. Centinaia di persone cantavano la udire nel vento, ancora per molti anni, la storia della
Passione piangendo. Uomini e donne … anche qual- Passione.
che fanciullo. Mentre si lavorava la terra o si andava
al pascolo si intonava quest’inno a Gesù, durante Andrea Ferrante
tutta la Quaresima, quando dentro le campagne
c’era un paradiso di serenità” – esordisce zia Giusep-
pina. Gli occhi le brillano di felicità quando ci rac-
conta gli anni della fanciullezza e del primo dopo
guerra: una storia quasi idillica, di gente umile,
brava, devota, che si riuniva la sera davanti al fuoco
dopo una giornata di lavoro arduo in montagna.
Il paragone con i tempi moderni è avvilente. Cinque
figli, l’assenza per un padre emigrato in America, i
segni della guerra: “Quanto è brutta la guerra!”-
esclama disgustata. Poi il boom economico, i primi
gelati d’estate, i primi turisti che venivano a bere
l’acqua delle terme di Sepino. E’ in questo clima che
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