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La marcia della paceIl Giornale di Santa Cristina 2014
Un modo diverso nio Biondi e situato all’ingresso della città.
La nostra terza tappa è stata il carcere. In questo
di vivere il capodanno luogo abbiamo ascoltato un toccante discorso del
cappellano del carcere di Poggio Reale, don France-
La marcia della pace è un evento che si tiene ogni sco Esposito.
anno in una diversa località italiana con lo spirito di “La giustizia deve punire il crimine e non l’uomo che
promuovere esperienze interreligiose di pace. è e resta una persona”. È questo l’obiettivo fonda-
Quest’anno (2013) il Molise ha avuto la fortuna di mentale delle carceri, che devono rieducare al vivere
ospitarne la 46° edizione, tenutasi a Campobasso il sociale e non oltraggiare la dignità della persona,
31 Dicembre, alla quale anche noi sepinesi vi ab- questione più che mai attuale oggi in Italia, dove la
biamo preso parte. situazione nelle carceri è agli estremi. Le persone
La scelta degli organizzatori di tenere questo evento uscite dal carcere non possono essere etichettate
proprio durante la notte di Capodanno è stata un’evi- come “ex detenuti”, così come chi esce dall’ospedale
dente provocazione nei confronti delle nostre co- non può essere visto come un “ex malato” , altri-
scienze assopite riguardo questi temi. Lo spreco, ci menti viene meno lo scopo di esistenza delle carceri.
aveva avvertito Mons. Giancarlo Bregantini, può es- Dunque, dobbiamo accostarci a queste persone in
sere limitato, se non fermato, dalla testimonianza del modo fraterno, cercando il più possibile di riacco-
popolo della pace, che preferisce partecipare alla glierle nella società. Abbiamo così scoperto che la
marcia e rinunciare al cenone. pace è anche sinonimo di GIUSTIZIA e FRATELLANZA.
Il punto di partenza è stata la chiesa di San Giuseppe L’ultima tappa della nostra marcia è stata la chiesa di
Artigiano, dove noi, piccolo gruppo, siamo diventati Sant’Antonio Abate, dove abbiamo ascoltato la testi-
un tutt’uno con la comunità partecipante: giovani, monianza di una famiglia molisana che ha scelto di
adulti, anziani provenienti da tutta Italia e uniti dalla trasferirsi ad Haiti, rinunciando al di più per vivere tra
voglia di professare sentimenti come la fratellanza, la i poveri e gli sfollati a causa del terremoto. Questa
solidarietà e la pace. giovane famiglia in un primo momento ha dovuto af-
Nella prima tappa è stata benedetta dal vescovo Bre- frontare, oltre alle difficoltà economiche, anche la
gantini la nuova mensa della Caritas, chiamata “Casa diffidenza degli abitanti del posto. In questo caso
degli Angeli” , luogo di incontro dove persone spesso sono stati i loro bambini ad essere mediatori e por-
abbandonate dal resto della società, ma non per que- tatori di pace, in quanto frequentando le stesse
sto diverse da noi, trovano accoglienza. Qui abbiamo scuole sono diventati amici dei piccoli Haitiani e sono
scoperto il primo significato di pace: UGUAGLIANZA riusciti ad avvicinare la propria famiglia a quelle del
TRA LE PESONE. La pace, infatti, si costruisce prima luogo. A seguire abbiamo pregato insieme a dei fra-
di tutto eliminando gli squilibri sociali che sono alla telli musulmani recitando una pagina del Corano,
base della povertà. scoprendo e portando a compimento lo spirito inter-
Successivamente abbiamo riflettuto, presso l’Univer- religioso della marcia.
sità degli studi del Molise, sull’EDUCAZIONE ALLA In conclusione, insieme a tutto il popolo della pace ci
PACE, grazie alle testimonianze di Agostino Burberi, siamo riuniti nella cattedrale SS. Trinità, dove ab-
discepolo di don Lorenzo Milani e Gigi Borgiani, pre- biamo partecipato alla celebrazione presieduta da
sidente di Azione Cattolica. Mons. Giancarlo Bregantini proprio sull’entrare del
Per garantire la pace alle nuove generazioni bisogna nuovo anno e ascoltato le sue parole: la fraternità tra
educarle alla pace e per questo è fondamentale la i popoli e tra le culture passa dalle famiglie, primo
scuola, che come disse don Lorenzo Milani “siede tra nucleo fondamentale per costruire la pace.
passato e futuro” ed è necessario che da questo Tornando a casa abbiamo portato con noi il ricordo
luogo di crescita si affermi il RIPUDIO DELLA GUERRA. del clima di gioia e di festa che ha regnato durante la
Qui, prima di riprendere il cammino ci siamo rifocil- marcia: abbiamo cantato ed illuminato la città
lati con tè caldo e dolcetti offerti da aggregazioni lo- ognuno con la sua piccola fiaccola, simbolo della luce
cali. di Cristo. È stata una bellissima emozione guardare il
Lungo l’itinerario ci siamo anche soffermati di fronte corteo risplendente delle migliaia di fiaccole in mar-
al nuovo monumento per la pace, scolpito da Anto- cia e guidato da una croce costruita con il legno, ri-
trovato in spiaggia, dei barconi affondati nel mare di
Lampedusa.
Stefano Lisella, Generosa Tiberio
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